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dai GIORNALI di OGGIUNIONE EUROPEA: Semestre PRESIDENZA CECA
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2008-12-31 Unione europea: debutto in salita per la presidenza ceca 31 dicembre 2008 La crisi del gas tra Russia e Ucraina e il rebus del Medio Oriente agitano il "passaggio di consegne" tra Parigi e Praga alla guida della Ue. E il Governo ceco deve fare i conti anche con l'euroscetticismo del presidente della Repubblica Vaclav Klaus e il nodo della ratifica del Trattato di Lisbona
Primo gennaio 2009: la Repubblica ceca eredita la presidenza della Ue mentre la crisi del gas tra Russia e Ucraina rischia di esplodere nuovamente, ponendo in grave difficoltà l'Europa, e in cui il presidente francese Nicolas Sarkozy riceve all'Eliseo il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni, estendendo il suo attivismo diplomatico oltre la scadenza del suo semestre. Due eventi che rischiano di oscurare l'evento storico della prima presidenza Ue in mano a un ex Paese del Patto di Varsavia. Ma questo è solo il primo di una serie di brutti sogni che agitano la vigilia del semestre ceco della Ue, che dovrà fare i conti con il suo presidente "euroscettico" Vaclav Klaus e il nodo della ratifica del Trattato di Lisbona. La presidenza ceca della Ue sarà comunque una prova importante per Praga sulla scena internazionale ed entraerà nel vivo il 7 gennaio con il consueto vertice con il collegio della Commissione europea, seguito all'indomani da una riunione informale dei ministri degli Esteri dei Ventisette .L'Esecutivo ceco deve prima di tutto raggiungere un accordo di "non-belligeranza" con l'opposizione per garantire un governo stabile e la continuazione delle riforme. Inoltre c'è il dibattito sulla ratifica del Trattato di Lisbona, necessaria per rendere credibili gli sforzi che saranno fatti a Bruxelles per ribaltare il no irlandese. E poi deve cercare didebellare, o almeno tenere sotto controllo il virus dell'euroscetticismo, il cui massimo rappresentante è il presidente Vaclav Klaus. Accordo di "non belligeranza" con l'opposizione Se per il primo punto il premier Topolanek sembra vedere spiragli all'orizzonte, per gli altri spinosi problemi la salita è irta. Il primo ministro e il leader dell'opposizione socialdemocratica (Cssd) Jiri Paroubek si sono incontrati in diverse occasioni, senza raggiungere ancora un accordo, ma contano di concludere il patto a breve e di firmarlo all'inizio del 2009. Un accordo che dovrebbe prevedere oltre alla ratifica del Trattato europeo, anche la nomina di Paroubek a presidente della Camera. "Non si tratta di un accordo d'opposizione, non è un armistizio, non è un manifesto di tolleranza, ma un patto efficiente di cooperazione per garantire una presidenza di successo. Siamo interessati a questo", aveva dichiarato Paroubek sottolineando che tra gli impegni da prendere ci sarà oltre al trattato costituzionale europeo anche una data per l'adozione dell'euro. Paroubek ha posto anche una condizione più pesante da digerire per la coalizione: la tregua sarà firmata se ci saranno elezioni anticipate entro il 2009. E se gli alleati della coalizione hanno fatto capire di non gradire questo aut aut, Topolanek ha messo in evidenza che il Trattato di Lisbona e la sua ratifica rimangono strettamente legati a un altro tema scottante: il radar Usa sul territorio ceco, parte dello scudo antimissilistico statunitense in Europa centro-orientale. Il premier ha sottolineato che la ratifica del testo europeo "è vittima" del mancato voto della Camera suitrattati tra Praga e Washington. Per questo Topolanek propone di discutere i trattati contemporaneamente in Parlamento per garantire il successo di entrambi. Questo do ut des sarebbe uno dei pilastri dell'accordo con l'opposizione. Il Cssd permette l'approvazione dello stazionamento del radar e l'Ods farà in modo di far approvare il Trattato di Lisbona.Nonostante le aperture su questo fronte il momento resta non facile. Topolanek e Klaus, il premier e il presidente I due uomini ai vertici del potere ceco: il primo ministro MirekTopolanek e il presidente Vaclav Klaus sono entrambi schietti nel parlare al limite del brusco, dalla stessa parte politica - del partito conservatorliberale Ods - ma con priorità diverse e spesso opposte soprattutto negli ultimi mesi. Se per Klaus tutti prevedono un ruolo di rottura e di scontro nel corso del semestre, a Topolanek toccherà l'incarico di mediatore, posizione scomoda soprattutto in Repubblica ceca dove il suo governo regge sulla base di una decina di voti di parlamentari indipendenti. Il presidente ceco Klaus, 67 anni, si è fatto un nome sulla scena internazionale dopo una lunga carriera politica locale lanciandosi in una doppia crociata anti-europea ed anti-ambientalista. Volutamente provocatorio, rimprovera da una parte all'Ue "un deficit democratico", rifiutando la ratifica del Trattato di Lisbona, e dall'altro accusa gli ambientalisti di "isteria", catastrofismo, e di ostacolare la libertà come facevano i comunisti. "Ci stiamo preparando da almeno tre anni, e prevediamo una presidenza senza intoppi", assicura il Mister Europa ceco, ovvero il vice premier con delega alla Ue Alexander Vondra, promettendo di non far rimpiangere l'iperattivismo di Sarkozy. Ma Vondra ha ammesso che Praga "non è una superpotenza" come la Francia, con sottomarini nucleari ed un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu, ma "un Paese di medie dimensioni". Proprio per questo, la Repubblica ceca potrebbe avere delle difficoltà a farsi sentire in caso di una escalation nella "crisi del gas"; per di più Praga, una delle capitali più "russoscettiche" della Ue, è in rotta con Mosca per la decisione di ospitare un componente dello scudo anti-missile Usa, visto come il fumo negli occhi dal Cremlino. Ma il vice premier ceco tranquilizza tutti: quella sul gas sarà una "prova di resistenza" che il suo governo sarà in grado di gestire. Unione europea: debutto in salita per la presidenza ceca [pagina precedente] Pagina: 1 2 di 2 commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 31 dicembre 2008 La crisi del gas tra Russia e Ucraina e il rebus del Medio Oriente agitano il "passaggio di consegne" tra Parigi e Praga alla guida della Ue. E il Governo ceco deve fare i conti anche con l'euroscetticismo del presidente della Repubblica Vaclav Klaus e il nodo della ratifica del Trattato di Lisbona "... PAGINA PRECEDENTE Sulla scena internazionale, i cechi dovranno però misurarsi con la Francia, il cui presidente è ansioso di ripetere i successi diplomatici ottenuti durante la guerra in Georgia proponendosi come mediatore in Medio Oriente. Parigi ha condito gli sgoccioli della propria presidenza Ue martedì 30 dicembre con una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei Ventisette, che il titolare del Quai d'Orsay Bernard Kouchner giura sia stata indetta "in accordo con la futura presidenza ceca". Ma Sarkozy sembra non volersi fermare dopo aver passato il testimone Ue a Praga: oltre all'incontro di domani con Livni, i media israeliani lo segnalano in visita a Gerusalemme e Ramallah il 6 gennaio. Nei giorni scorsi diverse fonti francesi avevano indicato che non sarebbe "rimasto con le mani in mano" dopo il 1° gennaio: non è da escludere qualche scintilla con Praga, specie nei confroni del presidente Klaus, di cui Sarkozy ha pubblicamente stigmatizzato l'euroscetticismo." (p. f.)
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